CHIEDI CHIEDI di Francesco di Gesú in arte Frankie Hi-Nrg

Livello: avanzato – advanced – avancé

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Se in Italia non ci fosse un Frankie Hi-Nrg bisognerebbe inventarlo…ascolta la canzone e comprendine il significato.

https://vimeo.com/24491206

Per amore della musica anch’io
di tipi come te ne ho conosciuti un fottio
di gente scorretta, di gente che sfrutta
che prima ti usa e a cose fatte ti butta
di gente che fa solo ciò che gli va
approfittando di chi poi ci rimetterà
senza chiedere mai
il valore che dai
alle cose che fai
basta che gliele dai
e poi vai!

Il gioco sta nel dire
che ci sarà poco da spartire* (dividere in parti)
che non ti potrai mica* arricchire (rafforzativo di negazione, affatto)
che quelle poche lire non potranno mai ripagarti
che non ci son parole per riuscire a ringraziarti
Tu non preoccuparti, ora et labora* (in latino, prega e lavora)
che i conti li faremo poi quando sarà l’ora
intanto ti incantano e non ti accontentano
e più tu gliele dai più bastardi diventano

Chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi* miei

e rimando ti mando dove rimarrai
Tu chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi miei
e rimando ti mando dove rimarrai

Come ho fatto a fidarmi? Facile!
sembri credibile
ma usi i tuoi occhi come specchio per le allodole 
tendi le trappole attorno alle briciole
e lasci il tuo complice a uccidere
Basta che tu non perda liquido
questo perché non rispondi in solido* (non rispondi chiaramente)
a costo di far la figura dell’arido
evapori acqueo e nuvole di aliro

Tipo*, ti ho creduto senza far domande (esempio)
mò mi dai risposte troppo blande* (non energiche, non vigorose)
pago l’errore più grande
darti perle al posto di ghiande*(variante del detto “dare perle ai porci”)

Sai, suino sei, suino* resterai (maiale)
con gli anni che hai
tu non cambierai mai
potrai farti un futuro giusto come cotechino* (nome di un insaccato cotto)
se al posto del piombino* (pezzetto di piombo usato come peso)
ci metti un orecchino

Chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi miei
e rimando ti mando dove rimarrai
Tu chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi miei
e rimando ti mando dove rimarrai

Quando tu dici amici che intendi
agire felici in comunione di intenti
esser presenti in tutti i momenti
nei quali da solo proprio non te la senti
farsi a metà per valer più del doppio
Avere un fedele senza esserne l’oppio
Mettersi a nudo mostrandosi stroppio* (storpio)

Esser lo scudo o esser lo scoppio

sei solo chiacchiere e diversivi

avrai i tuoi motivi
d’altronde da anni ci vivi
a te modi civili non bastano
mentre a me quelli penali disgustano
ma se prima mi immischi e poi te ne infischi

l’utile intaschi e scarichi i rischi fai il pesce sul fondo del barile che raschi, mò prenditi i fischi per tutti i tuoi fiaschi

Chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi miei
e rimando ti mando dove rimarrai
Tu chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi miei
e rimando ti mando dove rimarrai

Chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi miei
e rimando ti mando dove rimarrai
Tu chiedi chiedi e non dai mai
mi domandi di dare quello che non sai
ma rimandi a domani i dividendi miei
e rimando ti mando dove rimarrai

Ed ora verifica la tua comprensione del testo rispondendo a queste domande:

Che cosa significa l’espressione “prendere fischi per fiaschi”?

  1. Scambiare una cosa per un’altra
  2. Barattare oggetti di poco valore
  3. Vendere a basso costo

Qual è il significato del verbo pronominale “infischiarsene”?

  1. Non prendersi cura
  2. Insultare pesantemente
  3. Sentirsi superiore

Fottio di gente” significa

  1. Di poco valore
  2. Una piccola quantità di
  3. Una grande quantità di

Evapori acqueo e nuvole di aliro” è riferito a

  1. Una persona sudata
  2. una persona inconsistente
  3. una persona illuminata

L’utile intaschi e scarichi i rischi” fa riferimento a:

  1. chi si approfitta dei più deboli
  2. chi fa solo i propri interessi
  3. chi si prende le proprie responsabilità

La coppia di parole scudo/scoppio equivale a:

  1. difesa/aggressione
  2. forza/pericolo
  3. buono/cattivo

Uno specchietto per le allodole” è:

  1. una piacevole distrazione
  2. strumento usato per ingannare gli ingenui
  3. strumento usato per attirare a sé l’attenzione

Raschiare il fondo di un barile” significa:

  1. ammazzarsi di lavoro
  2. pulire maniacalmente qualcosa
  3. sfruttare tutte le risorse a disposizione

Dare perle ai porci” significa:

  1. dare qualcosa di prezioso a chi non ne è degno
  2. rubare ai poveri
  3. approfittarsi delle risorse dei più abbienti

Dividendi” è sinonimo di:

  1. beni
  2. azioni
  3. quote

Rimetterci” signifca:

  1. sputtanarsi
  2. perdere
  3. rimanere senza lavoro

E per finire…Questa canzone è:

  1. Una critica nei confronti di certi amici
  2. Un’invettiva contro certe figure del music business
  3. La metafora di una delusione d’amore

Controlla le risposte: (1, 1, 3, 2, 2, 1, 2, 3, 1, 3, 2, 2)

by Francesca Arduini

Bianco, un cantautore che sa raccontare le sfumature, con l’onestà di un viaggiatore.

Le stelle di giorno, dall’album “Guardare per aria”

Livello: pre-intermedio, pre-intermediate, pré-intermédiaire

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Chi è Bianco?
E’ un cantautore torinese ora al suo terzo album.
Il suo primo disco, “Nostalgina” è stato anche la prima pubblicazione dell’etichetta indipendente torinese INRI. Da quel giorno è una continua crescita, dagli MTV DAYS 2012 all’uscita del secondo album “Storia Del Futuro”, anticipato dal singolo apripista “La Solitudine perché c’è” featuring Tommaso Cerasuolo dei Perturbazione.
E se la sperimentazione lo porta da un disco da solista all’orizzonte collettivo della factory, l’ultimo capitolo è la produzione artistica del fortunatissimo album d’esordio di Levante, la prima ragazza di casa INRI. Quest’estate sarà in tour con il suo terzo album “Guardare per aria”, appena uscito.

1. Ora guarda il video: mentre ascolti, scrivi su un foglio tutte le parole che riesci a capire.

2. Riguarda il video e verifica quante parole hai capito leggendo il testo della canzone qui sotto. Sottolinea quelle che hai scritto anche tu.

Le stelle di giorno

Le stelle di giorno non dormono
ventiquattrore lavorano
arriva il sole e scappano
dietro le quinte piangono

Da mamma notte tornano
bimbe felici ridono
poeti e pittori le svendono
e vecchie puttane ne sparlano

E tornando a casa a piedi fumo l’ultima
con lo sguardo fisso in aria per volare via di qua
tu mi fermi con la mano che sa di mandorla
e mi dici “sai che c’è? Io con te un figlio lo farei”

Le stelle di giorno non dormono
ventiquattrore lavorano
arriva il sole e esplodono
dietro le quinte piangono

Da mamma notte tornano
bambine felici ridono
poeti e pittori le sognano
e luna ammirate la guardano

E tornando a casa a piedi fumo l’ultima
con lo sguardo fisso in aria per volare via di qua
tu mi fermi con la mano che sa di mandorla
mi dici “sai che c’è? Io con te un figlio lo farei”

3. E ora… prova a cantare anche tu!

by Sara Porreca

Emanuele Luzzati, una biografia.

Livello: intermedio – Intermediate – intermédiaire

luzzati

(Video: La Gazza Ladra di E. Luzzati con musica dell’omonima opera di Giacomo Rossini)

Esercizio: ricostruisci la vita dell’artista mettendo nel giusto ordine le frasi seguenti.

 

 

  1. “perché la mia passione, e io ho tanta passione, la metto nelle scene, nelle ceramiche, nei costumi, in tutte le cose che faccio”.
  2. “C’erano pochissimi soldi, mi dissero di arrangiarmi: le mie scenografie povere, fatte di ritagli, specchietti e pezzi di stoffa, sono nate così”.
  3. Le migliori illustrazioni, le scenografie e i modellini teatrali firmati da Emanuele Luzzati sono visibili a Porta Siberia davanti a quel mare che tanto era amato dallo scenografo. 
  4. uno degli artisti più ammirati in Italia. Anni fa, Giorgio Strehler, rendendo omaggio all’artista, disse di Luzzati: “Di fronte alle sue scenografie si ha quasi sempre l’impressione di finire mani, piedi e pensieri dentro un sogno”. 
  5. Da sei anni, Genova riserva al grande illustratore un museo nel porto Antico dell’Expo: fu inaugurato in occasione degli ottant’anni dell’artista.
  6. Negli anni Cinquanta, insieme ad Elsa Albani, Ferruccio De Ceresa e Alberto Lupo, partecipa al nucleo storico che dà vita al Teatro Stabile di Genova. 
  7. Un mestiere nato per caso: appena diplomato, il ragazzino Luzzati deve fare i conti con le leggi razziali e si trasferisce a Losanna, dove si diploma all’Ecole des Beaux Arts.
  8. “Genova è la mia grande ispiratrice”, usava dire Luzzati. “Genova, dove si entra dai tetti delle case e si esce giù per le strade ripide, labirintica come un bosco, è la mia migliore musa. Tutte le volte che esco dall’ascensore del quartiere di Castelletto e guardo fuori mi stupisco, perchè vedo sempre qualcosa di nuovo”. 
  9. Le nomination all’Oscar nel 1966 e nel ’74 (per la “Gazza Ladra” e “Pulcinella”) non avevano modificato il carattere di un uomo solitario, che non si era mai legato sentimentalmente,
  10. Lì mette in scena la “Lea Lebowitz”, un dramma ispirato ad una leggenda ebraica, scritto e diretto da Alessandro Fersen.
  11. Emanuele Luzzati, (Genova 3/06/1921, Genova 26/01/2007) è stato scenografo teatrale e disegnatore.
  12. Alla fine della guerra torna in Italia e alterna l’attività di illustratore, quella di decoratore e ceramista (ad Albisola, capitale ligure della ceramica) e quella di scenografo e costumista.
  13. E da Genova, Luzzati non si muove, anche quando lo chiamano a realizzare le scenografie alla Scala.
  14. E poi il lunghissimo sodalizio con il Teatro della Tosse per il quale ha firmato le scenografie di tante fortunate opere. Fraterna l’amicizia che lo legava al regista Tonino Conte, che lo scorso anno portò in scena, proprio come omaggio allo scenografo, lo spettacolo “Genova è la mia scena, la mia scena è Genova”. 
  15. Inventa la “Borsa d’Arlecchino”, il locale aperto nei sotterranei della Borsa genovese, dove esordiranno ragazzi del calibro di Paolo Poli e Carmelo Bene e verranno rappresentati, per la prima volta in Italia, Beckett, Ionesco, Adamov.

Francesca Arduini

Lucio Dalla e L’anno che verrà

Livello: intermedio- intermediate – intermediaire

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Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un musicista, cantautore e attore italiano.

Musicista di formazione jazz, è stato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani. Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato con curiosità ed eclettismo nei più svariati generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale. Autore inizialmente solo delle musiche, si è scoperto in una fase matura, anche paroliere e autore dei suoi testi.

Nell’arco della sua lunghissima carriera, che ha raggiunto i cinquant’anni di attività, ha sempre suonato le tastiere, il sassofono e il clarinetto, strumenti, questi ultimi due, da lui praticati fin da giovanissimo.

La sua copiosa produzione artistica ha attraversato numerose fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore, arrivando a varcare i confini dell’opera e della musica lirica. È stato un autore conosciuto anche all’estero ed alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue.

Roberto Vecchioni, altro famoso cantautore italiano durante la trasmissione “Che tempo che fa” del 3 marzo 2012, in occasione dell’anniversario della morte di Lucio Dalla, legge e spiega il testo della canzone di L’anno che verrà.
Qui trovate il link dove potete ascoltare la sua spiegazione:

Ora ascoltate la canzone e completate il testo:

L’anno che verrà (1979)
Caro amico ___ scrivo così ___ distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ____ scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.

___ esce poco la sera compreso quando è festa
e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,
e ___ sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire del tempo ____ rimane.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando.
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.

___ sarà da mangiare e luce tutto l’anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.
E ___ farà l’amore ognuno come ____ va,
anche i preti potranno ______________
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.

Vedi caro amico cosa ___ scrivo e ____ dico e come sono contento di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa ____ deve inventare
per _________________ ridere sopra,
per continuare a sperare.

E se quest’anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ___ sia anch’io.

L’anno che sta arrivando
tra un anno passerà
io ____ sto preparando
è questa la novità.

Parentesi Grammaticale
La parola “pronome” significa: prima del nome e nelle frasi sostituisce il nome. Il pronome diretto Il pronome diretto sta al posto dell’oggetto, delle persone e risponde alla domanda: Chi? Che cosa? Mentre il pronome indiretto, invece, rispondono alla domanda: A chi? A che cosa? Come si può vedere tutta la differenza è nella lettera “a”.

Pronomi diretti: si usano prima del verbo, ma con il verbo all’infinito si mettono insieme: usarlo, sentirla ecc., in questo caso il verbo si può chiamare “verbo pronominale”.
Pronomi indiretti: : si usano sempre con il verbo “piacere”. Si usano in posizione prima del verbo: gli telefono; oppure con il verbo all’infinito in posizione finale: devo scriverle.
Pronomi indiretti combinati: questi si formano combinando i pronomi indiretti di terza persona con i pronomi diretti di terza persona. Altri pronomi indiretti
combinati: questi si formano combinando i riflessivi (mi, ti ci ecc.) con i pronomi diretti di terza persona (lo, la li ecc.)
mi (io, 1a pers. sing.)
ti (tu, 2a. pers. sing.)
lo (3a pers. sing. masc.)
la (3a pers. sing. fem.)

ci (noi, 1a pers. plu.)
vi (voi, 2a pers. plu.)
li (3a pers. plu. masc.)
le (3a pers. plur. fem.)

ne (particella pron.) mi (a me)
ti (a te)
gli (a lui)
le (a lei)

ci (a noi)
vi (a voi)
gli (a loro m/f)
gli + lo = glielo
gli + la = gliela
gli + li = glieli
gli + le = gliele
gli + ne = gliene
me lo – la – li – le – ne
te lo – la – li – le – ne
ce lo – la – li – le – ne
ve lo – la – li – le – ne
se lo – la – li – le – ne

Le particelle mi, ti, si, ci, vi, si si usano per i verbi riflessivi, ma anche come pronome diretto: per esempio: Tu non mi ascolti (= non ascolti me) o anche indiretto, es: Domani ti scriverò una lettera (= Domani scriverò a te una lettera).

Quando i riflessivi sono seguite da un’altra particella, si trasformano in me, te, se, ce, ve, se e hanno sempre valore indiretto (Vedi quel bel computer? Compramelo! = compra il computer a me; te la spiego = spiego “quella cosa” a te).

Le particelle singolari lo, la e quelle plurali li, le sono pronomi diretti (lo chiamerò = chi? chiamerò lui; la vedi Erika? = vedi chi? vedi lei)

Le particelle gli, le e loro hanno sempre valore indiretto (gli dico la verità = a chi? dico la verità a lui; le avevo telefonato = a chi? Avevo telefonato a lei).

Clelia Ciliberto

Ripassa cantando…l’imperativo presente

Livello: intermediate – intermedio – intérmediaire

Il nostro ripasso dei verbi, continua con l’imperativo presente. Buon divertimento!

1° esercizio

Ascoltate più volte la canzone e cercate di memorizzare i verbi all’imperativo

2° esercizio

Ricostruite la canzone (senza ascoltarla!), scegliendo tra i verbi nelle parentesi

Prendi una matita (Mina)

RIT: Gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia

non dimenticarti questo consiglio

gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia gia

seguilo e felice ancor sarai

(prendi – rendi) una matita, (stendi – prendi) una matita

e (disegna – crea) un lago azzurro

buttaci i pensieri, tutti i dispiaceri

e (ridi – sorridi) al mondo intero

Sopra un verde prato (abbraccia – traccia) il viso amato

dagli tanti baci, baci, baci, baci

(butta – prendi) una matita tutta colorata

e disegna cieli blu

RIT: Ge ge ge ge ge ge ge ge ge ge ge ge ge…

3° esercizio

Riascoltate la canzone per correggere gli eventuali errori

Alessandra M.

Ripassa cantando…il condizionale presente

Livello: intermediate – intermedio – intérmediaire

Oggi, il nostro ripasso dei tempi verbali ci porta al condizionale presente. Buon divertimento!

 

1° esercizio

Ascoltate più volte la canzone e cercate di memorizzare i verbi al condizionale presente

 

 

2° esercizio

Ricostruite la canzone (senza ascoltarla!), scegliendo tra i verbi nelle parentesi

 

Salirò (Daniele Silvestri)

Salirò

Salirò

Tra le rose di questo giardino

Salirò salirò

Fino a quando sarò

Solamente un punto lontano.

Pompa…pompa…pompa…pompa.

(amerei – gradirei)

Stare seduto sopra il ciglio di un vulcano

Mi (brucerei – scotterei)

Ma salutandoti dall’alto con la mano.

E invece sto sdraiato

Senza fiato

Scotto come il tagliolino al pesto che ho mangiato

E resto qui disteso

Sul selciato ancora un po’

Ma prima o poi ripartirò.

(preferirei – accetterei)

Di addormentarmi su un ghiacciaio tibetano

(gelerei – congelerei)

Ma col sorriso che si allarga piano piano

(come De Niro, ma più indiano)

e invece sto sdraiato

senza fiato sfatto come il letto su cui prima m’hai lasciato

e resto qui distrutto

disperato ancora un po’

ma prima o poi ripartirò.

E salirò salirò

Salirò salirò

Fra le rose di questo giardino

Salirò salirò

Fino a quando sarò

Solamente un ricordo

Lontano.

RIT: E salirò salirò …

(preferirei – vorrei) ricominciare

piano piano dalla base

e tra le rose lentamente risalire

e (terrei – prenderei) tra le mie mani

le tue mani e ti (urlerei – direi):

“amore in fondo non c’è niente da rifare”.

E invece

Più giù di così

Non si poteva andare

Più in basso di così

C’è solo da scavare

Per riprendermi

per riprenderti

ci vuole un argano a motore

RIT: Salirò salirò…

 

3° esercizio

Riascoltate la canzone per correggere gli eventuali errori

 

 

Alessandra Martinetto

Ripassa cantando…l’imperfetto

Livello: intermediate – intermedio – intérmediaire

Continuiamo il ripasso della grammatica italiana, oggi ci concentriamo sul tempo imperfetto. Buon divertimento!

gatta

1° esercizio

Ascoltate più volte la canzone e cercate di memorizzare i verbi all’imperfetto

2° esercizio

Ricostruite la canzone (senza ascoltarla!), scegliendo tra i verbi nelle parentesi

La gatta” (Gino Paoli)

C’ (è – era) una volta una gatta
che
(aveva – metteva) una macchia nera sul muso
e una vecchia soffitta vicino al mare
con una finestra a un passo dal cielo blu

Se la chitarra (portavo – suonavo)
la gatta
(urlava – faceva) le fusa
ed una stellina
(scendeva – stava) vicina
poi mi
(salutava – sorrideva) e se ne (ritornava – tornava) su.

Ora non abito più là
tutto è cambiato, non abito più là
ho una casa bellissima
bellissima come vuoi tu.

Ma ho ripensato a una gatta
che
(portava – aveva) una macchia nera sul muso
a una vecchia soffitta vicino al mare
con una stellina che ora non vedo più.

3° esercizio

Riascoltate la canzone per correggere gli eventuali errori

Alessandra M.

Tra Roma e il Giappone

Kappa Language School Blog

Another story From students to students! Today Y. U., a musician from Japan, tells us about his experience in Rome… in his own very peculiar style!

Io sono un musicista Giapponese.
Da lungo tempo volevo venire a Roma.
perché ci sono nato.

Fortunato, dopo 2 settimane che sono arrivato a Fiumicino,
ho potuto avere un concerto.

In quel momento potevo dire solo “Ciao mi chiamo…”
però dopo il concerto, ho sentito le voci
“Braaaaaaaaaavooooooooooo”
“Biiiiiis”

Gli ospiti italiani erano molto calorosi.
Da allora io ho iniziato a frequentare il Pigneto.

Nella discoteca, come sono differenti “Roma” e “Giappone”?

Il cane
A Roma c’è
In Giappone non c’è

I bambini
A Roma ci sono
In Giappone non ci sono

I bambini che fanno i compiti a casa
A Roma ci sono
In Giappone non ci sono

Il ristorante in cui posso mangiare la pasta
A Roma c’è
In Giappone…

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Conoscere l’Italia cantando: Genova per noi (Paolo Conte)

advanced – avanzato -avancé

Questa volta, il nostro viaggio in giro per l’Italia attraverso le canzoni ci porta in Liguria, a Genova.

Guardate il video della canzone, osservate le immagini e pensate a quali emozioni vi fanno provare.

Ora ascoltate la canzone seguendo il testo, ci sono frasi che corrispondono alle immagini o il video è simbolico?

Con quella faccia un po’ così’
quell’espressione un po’ così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c’inghiotte e non torniamo più
Eppur parenti siamo un po’
di quella gente che c’è lì
che in fondo in fondo è come noi, selvatica,
ma che paura ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte e non sta fermo mai.
Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna.
Genova, dicevo, è un’idea come un’altra
Ma quella faccia un po’ cos’è
quell’espressione un po’ cos’è
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l’annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po’ randagi ci sentiamo noi.
Macaia, scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia …
e intanto, nell’ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.
In un’immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise …
Con quella faccia un po’ cos’è
quell’espressione un po’ cos’è
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c’inghiotte e non torniamo più

Qui di seguito trovate le spiegazioni dei termini presi dal dialetto genovese e dal francese.

  • Macaia: termine ligure che si riferisce a un tipico fenomeno che avviene in quelle zone, l’aria del mare trasportata dai venti meridionali arriva sull’Appennino ligure e copre tutto il cielo.

Per saperne di più, cliccate qui.

  • Parabrise: è un francesismo e significa “parabrezza” (è il vetro che si trova davanti in un qualunque tipo di veicolo,).

Per saperne di più, cliccate qui

La prima volta che leggiamo il testo, sembra solo una descrizione della città e dei suoi abitanti ma leggendolo con più attenzione, Genova si trasforma nel simbolo di tutto ciò che non conosciamo e che, nella canzone, viene paragonato a “quel mare scuro che si muove anche di notte e non sta fermo mai”.

La città diventa il simbolo della paura di buttarsi in una nuova avventura e di non poter più tornare indietro (“che ben sicuri mai non siamo che quel posto dove andiamo non c’inghiotte e non torniamo più”, “ma che paura ci fa quel mare scuro che si muove anche di notte e non sta fermo mai”).

Si cerca di sminuire questo improvviso slancio verso realtà nuove, di farlo sembrare banale e assurdo (“Genova è un’idea come un’altra”, “Genova ha i giorni tutti uguali”).

Da un lato c’è il bisogno di non stravolgere le nostre certezze, di continuare a fare le solite cose perché ci danno sicurezza (“lasciaci tornare ai nostri temporali”, “in un’immobile campagna con la pioggia che ci bagna e i gamberoni rossi sono un sogno”), dall’altro c’è la voglia di sperimentare, di conoscere ciò che è diverso dalle nostre abitudini. Questa mescolanza di idee e culture, abbatte i pregiudizi e rende le persone simili tra loro come se facessero parte di un’unica famiglia in cui ognuno dona agli altri una parte di sé (“eppur parenti siamo un po’di quella gente che c’è lì che in fondo in fondo è come noi, selvatica”).

Ecco ciò che auguro a tutti voi che leggete questo articolo: osate e sperimentate, fate errori, non abbiate paura di ciò che è nuovo e di chi ha opinioni diverse dalle vostre, uscite e visitate la vostra Genova. Lasciatevi travolgere dalle sensazioni e dalle emozioni che scatenerà in voi, vedrete che non la lascerete più e vi piacerà viverci!

Per conoscere meglio la città di cui abbiamo parlato, vi segnalo alcuni approfondimenti:

Se volete sapere chi è l’autore della canzone e quali altri testi ha scritto, ecco il sito ufficiale:

Alessandra M.

Ottobre: vino e cantina dalla sera alla mattina

Kappa Language School Blog

October is definitely one of Italians’ favourite season. Why? Just take a walk on the narrow streets of any small village in Tuscany or in Latium and smell the air…

This reminds me of my grandpa…

I can see mastery and wisdom here. I can see mastery and wisdom here.

 “Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande bellezza:

nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza…”

(Francesco Guccini – “Canzone dei dodici mesi”)

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