Lucio Dalla e L’anno che verrà

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Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un musicista, cantautore e attore italiano.

Musicista di formazione jazz, è stato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani. Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato con curiosità ed eclettismo nei più svariati generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale. Autore inizialmente solo delle musiche, si è scoperto in una fase matura, anche paroliere e autore dei suoi testi.

Nell’arco della sua lunghissima carriera, che ha raggiunto i cinquant’anni di attività, ha sempre suonato le tastiere, il sassofono e il clarinetto, strumenti, questi ultimi due, da lui praticati fin da giovanissimo.

La sua copiosa produzione artistica ha attraversato numerose fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore, arrivando a varcare i confini dell’opera e della musica lirica. È stato un autore conosciuto anche all’estero ed alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue.

Roberto Vecchioni, altro famoso cantautore italiano durante la trasmissione “Che tempo che fa” del 3 marzo 2012, in occasione dell’anniversario della morte di Lucio Dalla, legge e spiega il testo della canzone di L’anno che verrà.
Qui trovate il link dove potete ascoltare la sua spiegazione:

Ora ascoltate la canzone e completate il testo:

L’anno che verrà (1979)
Caro amico ___ scrivo così ___ distraggo un po’
e siccome sei molto lontano più forte ____ scriverò.
Da quando sei partito c’è una grossa novità,
l’anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.

___ esce poco la sera compreso quando è festa
e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra,
e ___ sta senza parlare per intere settimane,
e a quelli che hanno niente da dire del tempo ____ rimane.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno
porterà una trasformazione
e tutti quanti stiamo già aspettando.
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.

___ sarà da mangiare e luce tutto l’anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.
E ___ farà l’amore ognuno come ____ va,
anche i preti potranno ______________
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi
e i cretini di ogni età.

Vedi caro amico cosa ___ scrivo e ____ dico e come sono contento di essere qui in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro amico cosa ____ deve inventare
per _________________ ridere sopra,
per continuare a sperare.

E se quest’anno poi passasse in un istante,
vedi amico mio
come diventa importante
che in questo istante ___ sia anch’io.

L’anno che sta arrivando
tra un anno passerà
io ____ sto preparando
è questa la novità.

Parentesi Grammaticale
La parola “pronome” significa: prima del nome e nelle frasi sostituisce il nome. Il pronome diretto Il pronome diretto sta al posto dell’oggetto, delle persone e risponde alla domanda: Chi? Che cosa? Mentre il pronome indiretto, invece, rispondono alla domanda: A chi? A che cosa? Come si può vedere tutta la differenza è nella lettera “a”.

Pronomi diretti: si usano prima del verbo, ma con il verbo all’infinito si mettono insieme: usarlo, sentirla ecc., in questo caso il verbo si può chiamare “verbo pronominale”.
Pronomi indiretti: : si usano sempre con il verbo “piacere”. Si usano in posizione prima del verbo: gli telefono; oppure con il verbo all’infinito in posizione finale: devo scriverle.
Pronomi indiretti combinati: questi si formano combinando i pronomi indiretti di terza persona con i pronomi diretti di terza persona. Altri pronomi indiretti
combinati: questi si formano combinando i riflessivi (mi, ti ci ecc.) con i pronomi diretti di terza persona (lo, la li ecc.)
mi (io, 1a pers. sing.)
ti (tu, 2a. pers. sing.)
lo (3a pers. sing. masc.)
la (3a pers. sing. fem.)

ci (noi, 1a pers. plu.)
vi (voi, 2a pers. plu.)
li (3a pers. plu. masc.)
le (3a pers. plur. fem.)

ne (particella pron.) mi (a me)
ti (a te)
gli (a lui)
le (a lei)

ci (a noi)
vi (a voi)
gli (a loro m/f)
gli + lo = glielo
gli + la = gliela
gli + li = glieli
gli + le = gliele
gli + ne = gliene
me lo – la – li – le – ne
te lo – la – li – le – ne
ce lo – la – li – le – ne
ve lo – la – li – le – ne
se lo – la – li – le – ne

Le particelle mi, ti, si, ci, vi, si si usano per i verbi riflessivi, ma anche come pronome diretto: per esempio: Tu non mi ascolti (= non ascolti me) o anche indiretto, es: Domani ti scriverò una lettera (= Domani scriverò a te una lettera).

Quando i riflessivi sono seguite da un’altra particella, si trasformano in me, te, se, ce, ve, se e hanno sempre valore indiretto (Vedi quel bel computer? Compramelo! = compra il computer a me; te la spiego = spiego “quella cosa” a te).

Le particelle singolari lo, la e quelle plurali li, le sono pronomi diretti (lo chiamerò = chi? chiamerò lui; la vedi Erika? = vedi chi? vedi lei)

Le particelle gli, le e loro hanno sempre valore indiretto (gli dico la verità = a chi? dico la verità a lui; le avevo telefonato = a chi? Avevo telefonato a lei).

Clelia Ciliberto

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